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miraluce
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Inserito il - 06 giugno 2012 : 17:25:05
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Vitalità significa forza-di-vita; dovunque c'è vita, nella pianta, nell'animale o nell'uomo, c'è una forza-di-vita; senza il vitale non può esserci vita nella materia né azione vivente. Il vitale è una forza necessaria e niente può essere fatto o creato nell' esistenza corporea se non c'è il vitale quale strumento. Anche la sadhana ha bisogno della forza vitale. Ma se il vitale non è rigenerato ed è asservito al desiderio, alla passione e all'ego, allora è dannoso, proprio come diversamente può essere utile. Anche nella vita ordinaria il vitale dev'essere sotto il controllo della mente e della volontà mentale, altrimenti produce disordini o disastri. Quando la gente parla di un uomo vitale, intende uno che è sotto il dominio di una forza vitale non controllata dalla mente o dallo spirito. Il vitale può essere un valido strumento, ma è un cattivo padrone. Il vitale non va né ucciso né distrutto, bensì purificato e trasformato dal controllo psichico e spirituale.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 10 - pag. 121-122
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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amrita
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Inserito il - 07 giugno 2012 : 19:39:03
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il vitale è la natura della Vita, fatta di desideri, sensazioni, sentimenti, passioni, energie d'azione, volontà di desiderio, reazioni dell'anima-di-desiderio nell'uomo e di tutto quel gioco d'istinti possessivi e di altre cose a essi collegati come collera, paura, bramosia, lussuria, ecc., che appartengono a questo campo della natura.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 9 - pag. 97
Per vitale materiale intendiamo il vitale così involuto nella Materia da essere vincolato ai suoi movimenti e al suo carattere fisico grossolano; la sua azione consiste nel sostenere il corpo, dargli energia e mantenere in esso la capacità di vivere, crescere, muoversi, ecc., oltre che di essere sensibile agli impatti esterni.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 10 - pag. 121 |
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miraluce
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Inserito il - 11 giugno 2012 : 12:33:48
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Quanto alla parte materiale grossolana, non è necessario specificare il suo posto, perché è ovvio; ma si deve ricordare che anche questa ha una coscienza sua propria, l'oscura coscienza particolare delle membra, delle cellule, dei tessuti, delle ghiandole e degli organi. Rendere luminosa quest'oscurità e farne uno strumento diretto dei piani superiori e del movimento divino, è quel che intendo nel nostro yoga quando dico di rendere il corpo cosciente, cioè pieno di una vera consapevolezza, risvegliata e ricettiva, invece dell'oscura e limitata semi-sub-coscienza che gli è propria.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 11 - pag. 124
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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ravi
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Inserito il - 15 giugno 2012 : 11:44:57
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Senza il vitale non c'è forza vitale di creazione o di manifestazione; è uno strumento dello spirito, indispensabile per la vita… … Lo spirito stesso, se vuole manifestarsi nella materia, deve usare il vitale… … Si tratta semplicemente di dominarlo e convertirlo nel vero vitale che è ad un tempo forte, calmo, capace di una grande intensità e libero dall'ego… … non gli si deve permettere di fare ciò che vuole. Non è il vitale che deve dominarvi, siete voi che dovete dominare il vitale … Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 1 - pag. 53
Nessuno può divenire più che umano se rifiuta di fare sacrificio del proprio ego; perché 'umano' significa un ego animale e vitale, mentalizzato in superficie da un po' di pensiero e conoscenza. Finché si sarà soddisfatti di restare umani, si resterà tali "anche qui", e dovunque. Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 1 - pag. 56
L'essere esteriore deve venire afferrato dall'essere interiore e trasformato non più in uno strumento dei rigurgiti della Natura subcosciente ignorante, bensì in uno strumento del Divino. Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 12 - pag. 131
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Modificato da - ravi in data 15 giugno 2012 11:50:02 |
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amrita
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Inserito il - 23 giugno 2012 : 16:17:30
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L'essere esteriore deve venire afferrato dall'essere interiore e trasformato non più in uno strumento dei rigurgiti della Natura subcosciente ignorante, bensì in uno strumento del Divino.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 12 - pag. 131
Ciò che occorre è una generale plasticità della mente, del vitale e della coscienza fisica, una pronta disposizione ad abbandonare ogni attaccamento a queste cose, ad accettare tutto ciò che la coscienza superiore porti con sé, per quanto contrario alle idee ricevute, ai sentimenti e alle abitudini della natura di ognuno. Maggiore sarà la plasticità in ogni parte della natura, minore sarà la resistenza.
Dalle "Lettere sullo yoga - Libro 4 – cap. 20 – parte 10 - pag. 116
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miraluce
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Inserito il - 26 giugno 2012 : 12:29:16
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Quando dal vitale o dal fisico viene rigettato qualcosa, molto comunemente scende nel subcosciente e vi resta, come allo stato di seme, e, quando può, si risolleva. Per questa ragione è così difficile sbarazzarsi dei movimenti vitali abituali o trasformare il carattere; infatti, sostenuti o rinnovati da questa sorgente, conservati in questa matrice, i vostri movimenti vitali, anche se soppressi o repressi, risorgono e ricorrono.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 12 - pag. 133
Nel Subcosciente c'è una mente oscura piena di ostinati samskàra: impressioni, associazioni, nozioni stabilite, reazioni abituali formate dal nostro passato; c'è un vitale oscuro pieno dei semi dei desideri, delle sensazioni e reazioni nervose abituali; c'è un fisico estremamente oscuro che governa in larga misura ciò che determina la condizione del corpo. Esso è largamente responsabile delle nostre malattie; malattie croniche o ricorrenti sono in effetti dovute soprattutto al subcosciente e alla sua ostinata memoria e abitudine di ripetere qualunque cosa venga impressa sulla coscienza corporea.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 12 - pag. 129
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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Modificato da - miraluce in data 05 settembre 2012 12:01:16 |
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ravi
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Inserito il - 02 luglio 2012 : 13:29:48
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Riguardo al subcosciente: è la base sub-mentale dell' essere ed è costituito dalle impressioni, gli istinti e i movimenti abituali che sono lì accumulati. Qualunque movimento vi venga impresso, esso lo conserva. Se vi si imprime il giusto movimento, esso lo conserverà e lo manderà in superficie. Ecco perché dev'essere ripulito dei vecchi movimenti prima che nella natura possa esserci un cambiamento permanente e totale.
Dalle "Lettere sullo yga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 12 - pag. 136
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miraluce
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Inserito il - 06 luglio 2012 : 11:45:58
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Naturalmente, la liberazione dall’ignoranza subcosciente e dalla malattia, il prolungamento della vita a volontà e un cambiamento nei funzionamenti del corpo sono fra gli elementi finali della trasformazione sopramentale; ma i particolari vanno lasciati all’Energia sopramentale perché li elabori secondo la Verità della sua propria natura.
Sri Aurobindo -Lettere sullo Yoga- Libro I -Parte I- Cap I
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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ravi
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Inserito il - 14 luglio 2012 : 16:20:32
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"Vitale superiore" si riferisce in genere alla mente vitale e all'essere emotivo in contrapposizione al vitale medio che è situato nell'ombelico ed è dinamico, sensoriale e passionale, e al vitale inferiore che è costituito dai movimenti più meschini del desiderio vitale umano e delle reazioni vitali umane. … Il vitale inferiore, distinto da quello superiore, s'interessa soltanto delle piccole a...vidità, dei piccoli desideri, delle piccole passioni, ecc. che per l'uomo ordinario, che vive di sensazioni, costituiscono la sostanza quotidiana della vita, mentre il fisico vitale vero e proprio è l' essere nervoso che reagisce con riflessi vitali quando la coscienza fisica entra in contatto con le cose.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 20 – parte 9 - pag. 102-103
commento: tutti questi movimenti che "appartengono al campo della natura" non devono essere rimossi, nascosti, come la polvere sotto il tappeto, altrimenti la stanza non è veramente pulita, ma lo sembra solamente, ed al momento opportuno ciò che era ...stato represso, salta fuori con maggior forza ... Il lavoro è invece quello di riconoscerli, prima di tutto dentro di noi, e poi all'esterno, nella dinamica delle energie, nella consapevolezza dei piani sottile e dei loro "abitanti, infine delle parti che in noi possono lasciarsi sedurre, suggestionere o possedere.
Successivamente occorre liberarsi da ogni vincolo, istinto, pulsione, lasciandola andare. Il che significa rendere quieto il vitale, osservando i vari movimenti che lo investono e poi lasciarli esaurire senza fornire loro alcun consenso od energia, fosse anche l'avversione o l'ostilità ... occorre invece nei loro confronti adottare l'atteggiamento del testimone imperturbabile che non li teme, nè li accoglie, ma li lascia fluire ed andare ...
Immaginiamo il nostro vitale come una distesa di acqua limpida e calma e, se giunge qualche folata di vento, si increspa lievemente e poi torna assolutamente quieta ed immobile ... Immaginiamo la nostra vera posizione situata sotto la superficie là dove i movimenti della superficie stessa non arrivano e dove regna una costante pace immobile ... P.Landi
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miraluce
Membro Master
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Inserito il - 18 luglio 2012 : 16:59:26
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E' tempo perso pensare come tutto sarebbe stato perfetto senza ostacoli e barriere: gli ostacoli e le barriere fanno parte del gioco (...) la cosa migliore è decidersi una volta per tutte: preparare il vitale a correre la sua corsa qui, finchè siete in questo corpo, e, se possibile indurlo a vincere la corsa. Sarete sicuri di vincere a condizione che anche la vostra mente fisica si modifichi e aiuti il vitale a cambiare, invece di recitare la parte del ladro che tiene ferma la vittima mentre il complice fa man bassa in casa.
La Madre- Colloqui sullo Yoga Integrale -1930-1938
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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anisha
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Inserito il - 27 luglio 2012 : 11:42:34
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Sin dall’infanzia la mente è stata educata all’imitazione, ad adeguarsi ai modelli stabiliti dalla società: dare gli esami, laurearsi, se siete fortunati trovare un lavoro, sposarvi, ed ecco fatto. Accettate questo modello, perché non uniformarvi vi fa paura. Così, dentro di voi avete negato la libertà, dentro avete paura, dentro sentite di non essere liberi di cercare, di investigare, di interrogare. E ciò crea disordine nei nostri rapporti. (...) Siamo noi che mettiamo disordine nei rapporti, tanto interiormente che esteriormente, attraverso la paura, il conformismo e il confronto, che è competizione. Il nostro rapporto è in disordine, non solo con le persone, comprese le più intime, ma anche con il mondo. Se vediamo con chiarezza il disordine, non all’esterno ma dentro di noi, profondamente in noi, da questa percezione scaturisce l’ordine.
Jiddu Krishnamurti - Solitudine
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ONESELF is us! We are not “one of the many”, we “ARE” the many!
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miraluce
Membro Master
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Inserito il - 31 luglio 2012 : 12:23:23
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(...) la Mente è soltanto una forma preparatoria della nostra coscienza. La Mente è uno strumento di analisi e di sintesi, ma non di conoscenza essenziale. La sua funzione è di ritagliare vagamente qualcosa della Cosa sconosciuta, chiamare «tutto», questo ritaglio, questa delimitazione, analizzando ancora le parti di questo tutto che considera come oggetti separati. Soltanto i frammenti, gli avvenimenti possono essere visti nettamente dalla Mente e, a suo modo, conosciuti.
Sri Aurobindo - La Vita Divina
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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niroshama
Membro Medio
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Inserito il - 10 agosto 2012 : 11:45:08
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Il fatto è che gli uomini non si prendono la pena di vedere se l'intelletto fornisce loro pensieri giusti, giuste conclusioni, giuste idee sulle cose e sulle persone, giuste indicazioni riguardo la loro condotta o il loro modo di agire. Quando hanno un'idea, l'accettano come verità, o la seguono semplicemente perché è la LORO idea.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga- Vol V- Cap XXII- Parte I
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miraluce
Membro Master
Regione: Emilia Romagna
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Inserito il - 11 agosto 2012 : 17:45:45
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La coscienza è in genere imprigionata nel corpo, centralizzata nei centri della testa, del cuore e dell'ombelico (mentale, emotivo e sensoriale); quando sentite che essa o qualcosa di essa si solleva e si colloca al di sopra della testa, significa che la coscienza imprigionata si libera dalla formula corporea. È la mente in voi che si innalza fin là, entra in contatto con qualcosa di più alto della mente ordinaria e da lassù fa sì che la volontà mentale superiore eserciti la sua pressione sul resto dell'essere affinché si trasformi.
Dalla Pratica delle "Lettere" - Libro 4 – cap. 21 – parte 2 - pag. 194-195
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Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso. Sri Aurobindo
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ravi
Membro Attivo
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Inserito il - 21 agosto 2012 : 12:10:52
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L’attaccamento alle proprie idee e convinzioni, l’insistervi, è una caratteristica comune a tutti. Ciò può essere eliminato sia da una luce di conoscenza proveniente dall’alto che offra il contatto diretto o l’esperienza luminosa della Verità, togliendo ogni valore alle opinioni, idee e convinzioni puramente intellettuali ed eliminandone la necessità, sia da una giusta coscienza che porti con sé le giuste idee, il giusto sentimento, la giusta azione od ogni altra cosa giusta. Oppure può essere eliminato mediante un’umiltà spirituale e mentale che è rara nella natura umana — specialmente l’umiltà mentale —, perché la mente è sempre incline a pensare che le proprie idee, vere o false, siano giuste
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga - Libro III- Capitolo XVII -Parte V
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amrita
Membro Attivo
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Inserito il - 28 agosto 2012 : 11:48:42
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A mano a mano che il pensiero si solleva nei vari piani, cessa di essere intellettuale: diventa illuminato, poi intuitivo, quindi sovramentale e finalmente scompare alla ricerca dell'estremo Oltre.
Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 4 – cap. 21 – parte 2 - pag. 216
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