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 L' INCREDIBILE
 Il vitale, la mente....le parti dell'essere
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niroshama
Membro Medio




144 Messaggi

Inserito il - 29 dicembre 2012 : 21:55:00  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Nel nostro yoga, il principio è che l'intero vitale deve divenire uno strumento dello Spirito e il vitale fisico assaporare l'Ananda insito nelle cose e non il piacere animale della superficie.
Ma l'Ananda non verrà né resterà finché questa parte non si convertirà e finché insisterà nel soddisfare a proprio modo i propri desideri.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 1 - pag. 55

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amrita
Membro Attivo




220 Messaggi

Inserito il - 11 gennaio 2013 : 17:01:28  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La mente di per sé non può fare molto, deve avere il sostegno del vitale, e per questo il vitale deve essere in uno stato gioioso e consenziente. Esso possiede la gioia della creazione, e dal punto di vista spirituale non c'è niente di sbagliato nell'azione creatrice.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 3 - pag. 63

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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 30 gennaio 2013 : 12:43:37  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

Quando il vitale prende il comando, possono manifestarsi agitazione,
scoraggiamento, infelicità, dato che queste cose costituiscono la natura stessa del vitale; il vitale infatti non può mai vivere costantemente nella gioia e nella pace, perché ha bisogno dei loro opposti per avere il senso della drammaticità della vita.
Tuttavia, quando vengono agitazione e infelicità, il vitale subito grida: «Non mi è dato ciò che mi spetta, a che serve fare lo yoga?».
Oppure fa un vangelo della sua infelicità, e dice che la via 80-della realizzazione deve essere un tragico percorso attraverso il deserto. Eppure è proprio questa predominanza del vitale in noi a rendere necessario il passaggio attraverso il deserto. Se lo psichico fosse sempre in primo piano, il deserto non sarebbe più un deserto e vi fiorirebbero le rose.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 4 - pag. 81


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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ravi
Membro Attivo




200 Messaggi

Inserito il - 08 febbraio 2013 : 16:31:50  Mostra Profilo Invia a ravi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
nei vostri rapporti con gli altri … non dovreste lasciare che alcun senso di superiorità s'insinui in voi o, con il vostro comportamento o stato d'animo, far loro sentire la vostra disapprovazione o condanna, o far pressione su di loro perché cambino … ciò che fanno, giusto o sbagliato che sia, è affare loro

Dalle "Lettere sullo Yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 5 - pag. 91

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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 22 febbraio 2013 : 18:11:25  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

Se non vi lasciate più turbare da quello che la gente dice o fa, questo è un grande progresso.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 7 - pag. 107


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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anisha
Membro




89 Messaggi

Inserito il - 13 marzo 2013 : 13:23:56  Mostra Profilo Invia a anisha un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Chiunque cerca la tua vicinanza viene attratto da qualcosa che si trova nel tuo magnete del cuore.
Quello che senti e come ti senti, determina la tua emanazione.
E attrae proprio chi è in cerca di quello che tu emani anche se per motivi div...ersi. Non attrai automaticamente le persone che vanno bene per te ma quelle che potrebbero aver bisogno di ciò che tu emani . Se la tua emanazione fosse determinata dal tuo vero nucleo essenziale, attireresti nella tua vita le persone e gli avvenimenti adeguati ,soprattutto Ti accadrebbe solo cio che è bene per te.
Ecco perché liberare l'emanazione del tuo nucleo essenziale da tutti gli altri influssi è uno dei più grandi regali che puoi farti.

R. Schache



ONESELF is us!
We are not “one of the many”,
we “ARE” the many!
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ravi
Membro Attivo




200 Messaggi

Inserito il - 15 marzo 2013 : 17:49:13  Mostra Profilo Invia a ravi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
la sofferenza non è … un passaggio verso una maggiore perfezione, un mezzo per arrivare alla siddhi; non può esserlo, perché confonde, indebolisce e distoglie la mente, deprime la forza vitale, ottenebra lo spirito …
il ripetersi di questi stati d'animo indica che qualcosa nel vitale è attaccato a questo meschino, oscuro, triste e infelice movimento, movimento dal quale lo yoga cerca appunto di liberarvi.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 8 - pag. 118

Chi cerca un dio di soffernza, un giudice che punisce, allora questo troverà e da ciò troverà una falsa soluzione ai propri complessi di colpa ... Ma tutto ciò non è nè liberazione nè yoga. La liberazione si può trovare solamente nella gioia, perchè è la Gioia la profonda motivazione dell'esistenza Cosmo e della Vita ... La sofferenza è una forza contraria alla trasformazione ed alla Verità, occorre quaindi non offrirle il minimo appiglio perchè ci possa possedere ... anche perchè è una forza che riesce a spegnere qualunque luce e ad immergerci nel buio ... si può rifiutare la sofferenza ed allontanarla da noi in ogni circostanza ed in mezzo a qualunque accadimento, così come si può richiamare la gioia oppure rifiutarla qualuque cosa ci accada ... non è il Divino che dobbiamo ritenere responsabile della nostra situazione interiore di sofferenza, ma solamente noi stessi ... la gioia è un veicolo verso di Lui, la sofferenza un ostacolo ...
commento di Pino landi


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anisha
Membro




89 Messaggi

Inserito il - 18 marzo 2013 : 11:47:59  Mostra Profilo Invia a anisha un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Be careful, child, do not open the door to depression, discouragement
and revolt—this leads far, far away from consciousness
and makes you sink into the depths of obscurity
... where happiness can no longer enter.

The Mother (CWM,16:67)
__._,_.___
Fai attenzione, bambino mio, a non aprire la porta alla depressione, allo scoraggiamento
e alla rivolta - ciò porta lontano, molto lontano dalla coscienza
e ti fa sprofondare in abissi di oscurità
dove la felicità non può più entrare.



ONESELF is us!
We are not “one of the many”,
we “ARE” the many!
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tara
Membro




54 Messaggi

Inserito il - 28 marzo 2013 : 16:57:42  Mostra Profilo Invia a tara un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Questa infatti la differenza tra l'intuizione e l'intelletto: che l'intuizione nasce da una percezione diretta, mentre l'intelletto è un'azione indiretta di una conoscenza che si costruisce con difficoltà, partendo dal non conosciuto, da segni, indicazioni e dati messi assieme.

La Vita Divina – Libro 2 – Cap. 2 – pag. 251-252

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garuda
Membro Medio



139 Messaggi

Inserito il - 05 aprile 2013 : 17:09:57  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

E' del tutto normale che le difficoltà ritornino e ciò non è una prova che non avete fatto alcun progresso.(...)
Quando un movimento abituale e radicato da tempo nella natura viene espulso dal resto della natura, si rifugia nel subcosciente, e da lì si solleva quando meno ve l'aspettate o viene a galla nei sogni o all'improvviso in reazioni incoscienti..... (...)
Si deve tener duro finchè non possa più tornare.

Sri Aurobindo- Lettere sullo Yoga- Libro VI- Pag 164-165


Il tempo non è affatto quello che sembra.
Non scorre in una sola direzione,
e il futuro esiste contemporaneamente al passato.

Albert Einstein
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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 09 aprile 2013 : 17:05:25  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il giustificarsi fa sì che il movimento sbagliato continui, perché gli si offre un sostegno mentale. Cercarsi giustificazioni è sempre un segno di ego e d'ignoranza …
… Il non riconoscere i propri difetti è una comunissima debolezza umana, anche se un sadhaka, il cui progresso dipende in gran parte dalla sua capacità di riconoscere quanto dentro se stesso va cambiato, dovrebbe esserne esente …
… Riconoscere i vostri difetti senza ingigantirli è utile, ma, una volta riconosciuti, non è bene soffermarvi su di essi; dovete avere fiducia nella Forza divina che può cambiare tutto, e lasciarla operare in voi.

Dalle "Lettere sulo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 9 - pag. 148-149


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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tara
Membro




54 Messaggi

Inserito il - 11 aprile 2013 : 16:59:43  Mostra Profilo Invia a tara un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
la ragione infatti è spesso ingannata dai desideri vitali e dall'ignoranza del fisico, per cui si schiera dalla loro parte cercando di giustificare, con le sue idee, i suoi ragionamenti o argomenti, i loro errori e movimenti sbagliati.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 10 - pag. 151

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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 12 aprile 2013 : 17:22:08  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Ogni volta che succede qualcosa di negativo, è essenziale non permettere che alcuna vibrazione o disordine entrino nel fisico o nei nervi . Si deve rimanere calmi ed aprirsi alla Luce e alla Forza, allora si sarà capaci di agire nel retto modo.

Sri Aurobindo-Lettere sullo Yoga – pag 711


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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ravi
Membro Attivo




200 Messaggi

Inserito il - 15 aprile 2013 : 16:57:30  Mostra Profilo Invia a ravi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quando [il rifiuto a indulgere alle suggestioni del desiderio ] viene fatto nel modo sbagliato, in base a un principio mentale ascetico o una rigida regola morale, … si può parlare di repressione. La differenza fra la repressione e un rigetto interiore è la stessa che vi è fra il controllo mentale o morale e una purificazione spirituale.

SRI AUROBINDO - "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 10 - pag. 154

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jasmine
Membro Attivo




266 Messaggi

Inserito il - 27 aprile 2013 : 18:38:39  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il primo vero e proprio passo per indebolire la forza della collera nella natura, e in seguito per eliminarla del tutto, è rifiutarle ogni espressione negli atti o nelle parole. Successivamente si può continuare, con più probabilità di successo, a rigettarla anche dai pensieri e dai sentimenti. E così con tutti gli altri movimenti sbagliati.

Dalle "Lettere sullo yoga" - Libro 5 – cap. 23 – parte 11 - pag. 166


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