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    dialogo far naturopati dentali e dentisti

    Devitalizzazione si o no e quale?

    gennaio 2006

    Caro Daniele,

    il tema delle devitalizzazioni è ancora molto dibattuto, io non sono un dentista e non ho, per fortuna, la responsabilità e l'onere di devitalizzare alcunché tuttavia, sia per la mia personale salute, sia per quella delle persone che si rivolgono a me per un consiglio, rispondo di NON farsi devitalizzare anche un solo e singolo dente. Mi rendo perfettamente conto della radicalità di questa affermazione ma, la mia posizione è netta, conosciuta nell'ambiente dentale, nonché suffragata da innumerevoli motivi, di cui, ti faccio un breve riassunto: certamente saprai che, oltre ai rapporti fra denti ed organismo, legati alla propagazione energetica attraverso i meridiani, vi sono altrettanti significativi rapporti che si sviluppano attraverso il mesenchima (tessuto connettivo) e direttamente tra le cellule.

    Nella statistica della gravità dei focolai, causa di malattie, ai primi posti sono elencati: il dente devitale e/o devitalizzato dal dentista, l'osteite della mascella, le lesioni parodontali ed i denti otturati con amalgama seguiti, a distanza, dalle infiammazioni croniche delle tonsille, delle cavità sinusali, dall'appendice ed altri organi focalizzati.

    La definizione di focolaio è, più o meno la seguente: area d'infiammazione o distruzione di tessuto, che non possiede più la capacità di reazione e/o di guarigione né può essere ri-stabilizzato con qualsiasi terapia medica.
    Questo campo di perturbazione neurale provoca l'indebolimento lento e continuo dell'organismo, tramite l'emanazione di tossine e batteri e concentra le difese immunitarie su di se, ostacolando l'intervento dell'intero sistema immunitario in altri parti del corpo umano e, spesso, "imbrogliandolo" subdolamente.

    Conseguenze di questo fenomeno sono: malattia, invecchiamento anticipato, cancro e morte prematura.

    Molti autori tedeschi affermano che, il 90 % di tutti focolai, si concentra nel dente già morto! In che cosa consiste il problema? Nel cosiddetto "trattamento della radice" il dente è purtroppo devitalizzato tramite la semplice ed, il più delle volte, incompleta eliminazione della polpa, cioè dell'insieme di nervi, vasi, tessuti infiammati e/o necrotici, ecc. (scagli la prima pietra chi è in grado, scientificamente, di affermare e, soprattutto, di dimostrare il contrario).

    In questa cavità naturale, modificata con "lime" e strumenti abrasivi ultrasonici e sonici vari, sono poi inseriti miscugli, più o meno tossici, quali: formaldeide, antibiotici, batterio-statici, cortisonici, gutta-perca, coni d'argento, ecc., con l'improbabile intento di garantire, attraverso il perfetto isolamento dall'ambiente buccale, la sterilità del sito. Ciò dovrebbe, secondo le teorie allopatiche, ostacolare la crescita dei microbi che, ovunque presenti in natura sono in grado di digerire qualsiasi resto, compresi i "cadaveri dentali", al fine di ripulire naturalmente l'ambiente.

    Il dente, così "mummificato", secondo le suddette teorie allopatiche, dovrebbe resistere a "tempo illimitato".

    Come ben sai, la cruda realtà è ben diversa: entro pochissimo tempo il poroso tessuto dentario residuo della radice (la dentina), si popola d'innumerevoli colonie di microbi che si sono adatti da millenni ad un ambiente tipico, ove vi sia una qualsiasi putrefazione, capaci di resistere anche in assenza d'ossigeno.
    Essi provocano, alla lunga ma sin dall'inizio, una decomposizione di tipo fungino del "cadavere dentale".
    Questo descritto è il tipico fenomeno di degenerazione tissutale delle mummie, le quali ospitano una flora microbica aspergillosa.

    In bocca di un essere vivente, questi stessi germi distruggono (digerendola letteralmente), la dentina e provocano, in seguito, la formazione di granulomi, che altro non sono che, "sacche" per il contenimento delle tossine batteriche e dei composti e residui del dente. I batteri penetrano, inoltre, anche nei tessuti vitali vicini e si diffondono lentamente in tutto il corpo mentre, le difese immunitarie, man mano s'indeboliscono a causa della lotta che devono condurre, sia nell'organismo sia nei pressi della fonte di proliferazione, non potendo intervenire per mancanza della circolazione sanguigna e linfatica, sin all'interno della radice devitalizzata.

    Per assurdo, i materiali inseriti all'interno del lume canalare, impediscono qualsiasi intervento, a favore dell'organismo, alle stesse difese immunitarie. Questo processo cronico e silente potrebbe rimanere clinicamente inosservato, a lungo, anche per decenni. Si tratta comunque di una questione di tempo: prima o poi, esattamente come nel caso dell'amalgama, la bomba tossica biologica ad orologeria scoppierà!

    Conseguenze: degenerazioni quali artrosi, arteriosclerosi, reumatismi, sclerosi a placche, asma, cancro!

    Avviene che, il "cadavere dentale" si popola di microbi tipici della putrefazione, che si trovano perfettamente a loro agio in un ambiente con scarsità d'ossigeno, rimanendo ben protetti ed al di fuori della portata del sistema immunitario.
    Le immagini sono stati prese in prestito dal libro di: George E.Meinig: Root Canal Cover–Up.

    Gli studi portati avanti dalla Paracelsus-Klink ed il lavoro scientifico della Fondazione Weston Price (da ormai 90 anni in America) provano, definitivamente, l'effetto micidiale delle devitalizzazioni e/o comunque del tenere in bocca, per qualsiasi ragione, dei denti devitali.
    Ti consiglio di vedere anche i seguenti link:

    Stato attuale (2005) di ricerca – dente morto e malattia (Lorenzo Acerra) File PDF, punto 3.2.2.1. Ricerca Daunderer



    Ciao da Ubi

    naturopata dentale


    Daniele:
    Conosci la dev. ocalessica?

    °°°

    Dato che sono quasi 20 anni che mi occupo di naturopatia dentale e di olodonzia, sono a conoscenza del materiale e della tecnica che citi (che, comunque, è parecchia anzianotta, cioè una delle prime utilizzate in odontoiatria biologica), ma ciò non mi sposta dal mio parere negativo; anche se si può tenere "sott'occhio" un dente devitalizzato, se il paziente non si fa più controllare e/o cambia dentista, come fai ad essere sicuro che, prima o poi, non si tramuti in un focus attivo?
    Ciao da Ubi.

    °°°

    Non si tratta di mettere dentro un po di "calce" ........ :-)

    Sarebbe interessante vedere se la terapia "anzianotta" corrisponde a quella che abbiamo discusso .......
    Daniele

    Caro Sergio,
    la terapia ocalessica "standard" può essere modificata con grandi benefici! infatti è del tutto compatibile con i coni di gutta e si può usare come cemento canalare definitivo se aggiungi ossido di zinco.
    Daniele

    °°°°

    NON è compatibile.

    L'ossido di zinco serve solo per rendere padioopaco l'ossido di calcio, superfluo con l'uso combinato di guttaperca.
    L'ossido di calcio è espansivo di 4-6 volte, trasformandosi in idrossido di calcio, la guttaperca serve SOLO per SPINGERE il cemento nei canalicoli dentinali, cosa che l'ossido fa già da se, ma NON farebbe quasi più se sostituissi la massa di ossido con guttaperca.

    Idea bocciata, quindi, perchè controproducente.
    Il dentista che l'ha tirata fuori non conosce evidentemente i meccanismi di azione della terapia ocalessica.
    Il problema della sua mancata efficacia a lungo termine sta nel cambiamento delle sue proprietà fisiche nella trasformazione da ossido a idrossido di calcio, da solido a semiliquido pastoso, venendo a perdere il sigillo creato con la sua espansione.

    Qui la teoria.

    Ma per vedere se l'idea funziona in pratica, occorrono un migliaio di "cavie" e un lasso di tempo di una decina d'anni per controllare quanti sono diventati foci e quanti no. Ci sono volontari?
    Io no, né come operatore, né come paziente.

    Le soluzioni sono due, per le terapie canalari: - un cemento su base resinosa a base di idrossido di calcio (base resinosa almeno rimane solido) associato a guttaperca che lo spinge nei canalicoli; ma questa è una forma di terapia canalare classica. - un cemento a base resinosa usato da solo: ma in questo caso il problema è la sua contrazione in fase di indurimento, contrazione che lo distacca dalle pareti, creando delle cavità.
    Quando la tecnologia avrà trovato un cemento (sufficientente innocuo) che sia leggermente espansivo durante l'indurimento e stabile negli anni, avremo quasi risolto il problema delle terapie canalari.

    Per ora, la soluzione DIMOSTRATA meno peggio è cemento + guttaperca.
    Possiamo discutere su quale guttaperca, quale cemento, quanto deve distare la guttaperca dall'apice, quanto e come deve essere compattata.

    Il resto sono chiacchiere per dare... aria ai denti!
    Spero con sufficientementre autorevolezza

    Sergio Formentelli

    °°°°°°°

    speravo di aver trovato qualcuno che, in Italia, considerasse l'odontoiatria olistica-bioterapica-naturale (l'olodonzia), quale futuro e speranza per l'esercizio della terapia dentale in senso più umano. Mi rendo, invece, conto che, state discutendo su aspetti tecnici e non umani...

    Un cadavere in bocca è e rimane un cadavere: PUNTO. Se volete continuare a pensarla così, va bene, ma non potreste sostenere la vostra tesi in una sede ufficiale e riconosciuta quale è l'università di Heidelberg, ove, da anni, esiste un'apposita sezione dedicata SOLO allo studio delle problematiche create dai denti devitali.
    Pertanto, vi saluto, lasciandovi alle vostre argomentazioni.
    Ubi.


    Cosa c'è di più umano (ed olistico) che preoccuparsi anche della psiche delle persone? o ci vogliamo preoccupare solo dei batteri? Non è che hai sbagliato impostazione?
    Simonetta Albi
    dentista di Firenze

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