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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
amrita |
Inserito il - 10 marzo 2012 : 18:29:14 Non un cambiamento ma una trasformzione radicale dell'uomo, della vita e della materia. La nuova specie - il dopo uomo...
Mettiamo qui citazioni - esperienze di Sri Aurobindo, Mère e Satprem per comprendere il processo n atto
Scrive Sri Aurobindo: Uso il termine trasformazione in un senso speciale, quello di un cambiamento di coscienza radicale, di una specie particolare, concepito in modo da produrre un passo in avanti, completo, sicuro nell'evoluzione spirituale dell'essere, di una qualità più grande e più elevata, di uno slancio e di una totalità più grandi di ciò che è avvenuto quando l'essere mentale è apparso per la prima volta nel mondo animale vitale e materiale.
Se una minima cosa non si concretizza o se almeno non si fa un vero inizio su questa base, un progresso fondamentale in direzione di questo compimento, allora il mio scopo non è raggiunto. Una realizzazione parziale, qualcosa di mescolato, di non definitivo, non soddisfa quello che esigo dalla vita e dallo yoga. Vedi e continua qui
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15 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
ravi |
Inserito il - 17 giugno 2016 : 18:10:56 * Calma & Forza *
La calma e la forza discenderanno dall'alto; quel che dovete fare è aprirvi per riceverle e, allo stesso tempo, rigettare tutti i movimenti della natura inferiore che impediscono loro di restare e che sono governati da desideri e abitudini in contraddizione con il vero essere, il vero potere e la vera conoscenza. Sri Aurobindo - Lettere sullo yoga - Libro 4 – cap. 21 – parte 3 - pag. 265
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garuda |
Inserito il - 29 aprile 2016 : 18:19:17 * nessun attacamento *
Non dobbiamo rimanere attaccati a nulla, nemmeno alle verità a cui siamo più solidamente ancorati, in quanto esse non sono che forme od espressioni dell'Ineffabile; e l'Ineffabile rifiuta di essere limitato da forma ed espressione alcuna; sempre dobbiamo rimanere aperti alla Parola proveniente dall'alto, non confinata nel suo stesso senso, ma aperta alla luce universale del Pensiero che reca in sé i propri opposti.
Sri Aurobindo – “La sintesi degli Yoga” – Libro 2 – cap. 5 – pag. 4 |
ravi |
Inserito il - 15 ottobre 2015 : 17:46:25 equanime ricercatore della verità
l'equanime ricercatore della verità non si attaccherà all'intelletto e alle sue operazioni né penserà che tutto finisca qui, ma sarà preparato ad andare oltre … Dovrà accettare ogni cosa senza attaccarsi a nulla, non sentire repugnanza per nulla per quanto siano imperfette o pervertite da false nozioni le cose; ma neanche permetterà a nulla di possederlo a detrimento della libera operazione dello Spirito che è Verità. Questa equanimità dell'intelligenza è una condizione essenziale per salire alla conoscenza spirituale e sopramentale più alta.
Sri Aurobindo – “La Sintesi degli Yoga” – Libro 4 – cap. 12 – pag. 154
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anisha |
Inserito il - 16 settembre 2015 : 13:28:27 Dalle Conversazioni di Mère - 16 Giugno 1929
Il mondo intero è in via di trasformazione progressiva: praticando la disciplina dello yoga, affrettiamo in noi stessi questo processo. Il lavoro che, con il metodo ordinario, richiederebbe anni, può essere compiuto con lo yoga in alcuni giorni, o persino in poche ore. È la coscienza interiore ad ubbidire a questo impulso di accelerazione, perché le parti più alte dell'essere seguono volentieri il movimento rapido e concentrato dello yoga e si prestano facilmente agli adattamenti e agli adeguamenti costanti che tale movimento esige. Dall'altro lato, il corpo è generalmente denso, inerte e apatico e se qualche cosa in esso non risponde e resiste all'azione delle forze superiori, è perché non riesce a progredire tanto rapidamente quanto il resto dell'essere. Gli occorre tempo; non può affrettare il passo; deve mantenere lo stesso passo che ha nella vita ordinaria … ... Questo divario tra il progresso dell'essere interiore e l'inerzia del corpo, spesso crea nell'organismo un disordine che si manifesta con una malattia. Questo spiega perché coloro che intraprendono lo yoga spesso soffrono, all'inizio, di qualche malessere o indisposizione fisica. Ciò non è però inevitabile, se hanno cura di se stessi e stanno attenti. È anche ovvio che sono al riparo da queste cose se il loro corpo possiede una ricettività notevole e fuori del comune. Ma una ricettività pura, che permetta all'essere fisico di seguire di pari passo la trasformazione interiore, è difficilmente possibile, a meno che la sostanza del corpo non sia già stata preparata in passato ad una disciplina yoghica.
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amrita |
Inserito il - 07 giugno 2015 : 16:40:32 * Duplice movimento * Nel nostro yoga non vi è un metodo specifico, ma da una parte uno slancio spontaneo verso l’alto di tutta la coscienza inferiore a volte in correnti o in ondate, a volte in un movimento meno concreto e, dall’altra parte, una discesa nel corpo della Coscienza divina e della sua Forza. Sri Aurobindo - “Lettere sullo yoga” - Libro 3 – cap. 18 – parte 1 - pag. 149
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garuda |
Inserito il - 29 aprile 2015 : 16:56:49 * la porta * la porta per entrare nell’esperienza yoghica è sempre lì e può aprirsi al giusto tocco. Sri Aurobindo - “Lettere sullo yoga” - Libro 3– cap. 17 – parte 1 - pag. 104
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amrita |
Inserito il - 18 febbraio 2015 : 19:13:08 * Il supremo equilibrio* La Perfezione è un'armonia, un equilibrio.
Ma che cos'è l'equilibrio?...... Si può dire che la Perfezione verrà raggiunta nell'individuo, nella collettività, sulla terra e nell'universo quando, ad ogni istante, la ricettività sarà uguale, in qualità e in quantità, alla Forza che cerca di manifestarsi. Questo è il supremo equilibrio. Bisogna quindi produrre un equilibrio perfetto tra ciò che viene dall'alto e ciò che risponde dal basso, e quando le due cose si ricongiungeranno, avremo allora l'equilibrio perfetto, che è la Realizzazione - una realizzazione in costante progresso. La Madre - Conversazioni- 30 Dicembre 1950
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tara |
Inserito il - 22 settembre 2014 : 18:03:22 * cambiamento di coscienza *
La vita spirituale, al contrario, procede direttamente mediante un cambiamento di coscienza, un cambiamento dalla coscienza ordinaria, ignorante e separata dal suo vero sé e da Dio, a una coscienza più grande in cui si trova il proprio vero essere e si viene prima in diretto e vivente contatto con il Divino per poi unirsi a Lui. Per il ricercatore spirituale questo cambiamento di coscienza è l’unico oggetto della sua ricerca e niente altro ha importanza.
Sri Aurobindo - Dalle “Lettere sullo Yoga” - Libro 2 – cap. 7 – pag. 15
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garuda |
Inserito il - 29 agosto 2014 : 17:57:21 *nonostante tutto ciò che, ora, ci sembra un fallimento* Dobbiamo avere fede che, nonostante la nostra ignoranza, i nostri errori e la nostra debolezza, nonostante gli attacchi delle forze ostili, nonostante tutto ciò che, ora, ci sembra un fallimento, la Volontà divina ci conduce, attraverso ogni circostanza, verso la Realizzazione finale. Questa fede ci darà l’equanimità: è una fede che accetta ciò che accade non in maniera definitiva, ma come qualcosa che, strada facendo, si deve ‘attraversare.* Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga- Libro I- Cap. V -Parte IV
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niroshama |
Inserito il - 14 aprile 2014 : 17:25:46 L’unica cosa da fare è aprire la vostra coscienza a quanto sta scendendo, lasciare che in essa avvenga il cambiamento, così che diventi una coscienza di pace, di luce, di potere e di gioia, piena della Presenza divina.
Sri Aurobindo- Lettere sullo Yoga - Libro 2 – cap. 9 – parte 6 - pag. 143
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miraluce |
Inserito il - 28 marzo 2014 : 18:22:46 Ciò che distingue lo yogi dagli altri uomini è il fatto che egli vive in una più alta e più vasta coscienza spirituale; tutta la sua opera di conoscenza o di creazione attinge a quella fonte e non ad un'idea prodotta unicamente dalla mente. Ci sono una verità ed una visione più grandi di quelle dell'uomo mentale che egli ha da esprimere o che insiste per essere espressa attraverso di lui, onde egli modelli le sue opere non per la sua soddisfazione personale, ma per un fine divino.
Sri Aurobindo – “La Sintesi degli Yoga” –Libro 1 – cap. 5 – pag. 130
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miraluce |
Inserito il - 08 marzo 2014 : 16:59:07 Il campo del nostro yoga è la vita, non un al di là lontano, silenzioso, abissale, estatico. Lo scopo centrale dev'essere la trasformazione del nostro modo di pensare, di vedere, di sentire e d'essere, superficiale, limitato e frammentario, in una esistenza interiore ed esteriore integrate, e la trasmutazione dell'ordinario modo umano di vita nella divina maniera di vivere.
Sri Aurobindo – “La sintesi degli Yoga” – Libro 1 – cap. 3 – pag. 84
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miraluce |
Inserito il - 14 febbraio 2014 : 13:19:42 Il metodo da seguire consiste quindi nel mettere tutto il nostro essere cosciente in relazione ed in contatto col Divino, ed invocare il Divino in noi affinché trasformi l'intero nostro e essere nel Suo essere, e far sì che Dio stesso, la Persona reale in noi, divenga, in un certo senso, il sàdhaka della sàdhana, il Maestro dello yoga che utilizza la personalità inferiore come centro della trasfigurazione divina e come strumento della propria perfezione
Sri Aurobindo – “La Sintesi degli Yoga” – Introduzione – pag. 47
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anisha |
Inserito il - 13 febbraio 2014 : 18:51:00 E' infine il Potere divino che impiega la vita come mezzo dello yoga integrale.
Ogni esperienza, ogni contatto esteriore col mondo che ci circonda, per quanto insignificanti e disastrosi possano apparire, servono segretamente all'opera; ed ogni esperienza interiore, compresa la più ripugnante sofferenza o la caduta più umiliante, diviene una tappa sulla via della perfezione
Sri Aurobindo – “La sintesi degli Yoga” – Introduzione – pag. 48
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merevita |
Inserito il - 07 febbraio 2014 : 18:06:16 Tre elementi sono necessari affinché lo yoga possa esistere; ci vogliono, per così dire, tre parti consenzienti allo sforzo: Dio, la Natura, e l'anima umana, o, in termini più astratti, il Trascendente, l'Universale e l'Individuale. Sri Aurobindo – “La Sintesi degli Yoga” – Introduzione – pag. 35
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