Malafede sull'amalgama
proibire l'amalgama
precisazione sul DMSA
il limite della tossicità
Dott. Formentelli,
mi scusi, ma per affrontare un certo
discorso, ho la necessità di mettere dei punti fermi.
il fatto che le persone
che stanno male a causa degli amalgami non sono certo poche,
è dimostrato,
più che dal calcolo dell’un per cento come detto in precedenza
e sul quale si
potrebbe anche discutere, dal fatto che all’Università di Cagliari,
in un
solo anno di ricerche poi interrotte per un madornale malinteso sui
finanziamenti,
ricerche effettuate nel solo circondario cittadino,
si
sono risolti ben quindici casi di cui uno di Sclerosi Multipla
ed altri
quindici casi sono ancora in corso di studio. Ed oltre il circondario
cittadino?
E se si proseguissero le indagini per più anni di seguito?
Non
solo, ma anche dal fatto che si sta occupando, sempre degli amalgami,
ma
stavolta messi in relazione con la Sclerosi Multipla,
una neurologa di fama
mondiale, sempre dell’Università di Cagliari.
Perciò quanti saranno i casi
che si riscontreranno solo in Sardegna?
in questa situazione appare molto
evidente come le dichiarazioni sull’innocuità dell’amalgama,
hanno sempre
impedito ai diagnosti che si devono attenere a tali dati,
di notare il
rapporto di causa effetto tra l’apposizione di tali otturazioni
e lo
svilupparsi dei 4.000 tipi di malattie accertate da Daunderer,
causando così
forti, quanto inutili spese al bilancio sanitario nazionale, oltre che ai
singoli danneggiati.
A questo punto risulta anche evidente che le
dichiarazioni di innocuità dell’amalgama,
rilasciate dai medici unicamente
perché lo ritengono inerte,
sono destituite di ogni serio fondamento, in
quanto tali attestazioni
competono solo ed esclusivamente ai chimici, ai
fisici ed agli ingegneri esperti
in scienza dei Materiali che hanno sempre
dichiarato esattamente il contrario,
cioè che l’amalgama è pericoloso e deve
essere utilizzato con precauzioni
maggiori di quelle previste attualmente.
Poiché queste sono le argomentazioni di base per le quali sto
interessando
certi Organi dello Stato affinché smuovano le acque e le
smuoveranno certamente,
mi pare evidente anche qui, che bisognerebbe proporre
delle soluzioni,
dal momento che siamo stati proprio noi danneggiati a
trovarle.
Tali soluzioni devono essere articolate in tre punti
differenti, affinché servano:
ad informare opportunamente i diagnosti
affinché ne tengano conto
al momento di effettuare le diagnosi.
ad
informare opportunamente i dentisti, soprattutto quelli ospedalieri,
sulle
modalità di rimozione protetta.
ad informare opportunamente i tossicologi
affinché attuino le terapie di chelazione,
perché non tutti i dentisti,
soprattutto quelli che per decenni
non si sono più occupati di altri
problemi, sono in grado di farlo correttamente.
E quindi si va in day
hospital in ospedale e si risolve il problema a carico delle Asl,
pagando
solo il ticket e per giunta con la massima sicurezza,
perché in caso di
difficoltà ci sono a tiro tutti gli altri reparti.
Questo è il mio punto di
vista, per il quale, con alterne vicende,
mi sto battendo da diverso
tempo.
È chiaro, a questo punto, che il suo parere di medico
e di
odontoiatra risulterà determinante, anche per i consigli che può
darci.
Perciò li attendo e ringrazio, Pietro