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 L' INCREDIBILE
 Lo Yoga della Bhagavad Gita
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sunrise
Membro Medio




174 Messaggi

Inserito il - 24 settembre 2012 : 13:11:54  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Dhritarshtra disse:
1. A Kurukshetra , sul campo [del compimento] del dharma cosa fanno, o Sanjaya, riuniti, avidi di combattimento, il mio popolo e i Pàndava

La particolarità della Gita, fra le grandi opere religiose del mondo, e di non essere un'opera isolata, il frutto della vita spirituale di una personalità creatrice — come il Cristo, Maometto e il Buddha — o quello di un'epoca di ricerca spirituale come lo sono i Veda o le Upanishad.
È un episodio della storia epica delle nazioni, delle loro guerre, degli uomini e dei loro fatti d'armi; il suo insegnamento è dato nell'occasione di una crisi che attraversa l'anima di uno dei suoi principali personaggi alle prese con l'azione che corona la sua vita — azione terribile, violenta e sanguinaria — nel momento in cui doveva, o indietreggiare davanti all'atto o eseguirlo inesorabilmente fino in fondo.
L'insegnamento della Gita non deve quindi essere considerato solamente alla luce di una filosofia spirituale o di una dottrina morale generali, ma anche alla luce di una crisi pratica nell'applicazione dell'etica e della spiritualità alla vita umana.

Sri Aurobindo- Lo Yoga della Bhagavad Gita








Modificato da - sunrise in Data 24 settembre 2012 13:18:06

ravi
Membro Attivo




200 Messaggi

Inserito il - 26 settembre 2012 : 11:56:53  Mostra Profilo Invia a ravi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
#8206;25. "Gli ignoranti agiscono con attaccamento all'azione mentre il saggio, o Bharata, deve agire senza attaccamento e col solo scopo di mantenere la coesione del mondo.

26. "Colui che ha la conoscenza non turbi lo spirito degli ignoranti attaccati all'azione. Il saggio deve impegnarli in tutte le opere che egli stesso compie nella saggezza e nello yoga.

Colui che conosce Dio deve agire nell'intero dominio delle opere umane. L'azione individuale, l'azione sociale, tutte le opere dell' intelletto, del cuore e del corpo, egli le compirà non per sé stesso, ma per Dio nel mondo, per Dio in tutti gli esseri, affinché questi esseri Possano avanzare, come lui stesso ha fatto, lungo la via delle opere verso la scoperta del Divino in ogni uomo e in tutto. Può darsi che le sue opere non presentino differenza essenziale con quelle degli altri; il suo campo d'azione potrebbe comprendere la guerra e il governo dei Popoli, come pure l'insegnamento e il pensiero o la grande varietà di scambi che esistono fra gli uomini. Tutto questo sarà però svolto in uno spirito differente, e precisamente questo spirito sarà la grande calamita capace di elevare gli uomini al proprio livello, la gran leva che solleverà la massa degli esseri nella loro lunga ascesa.

Sri Aurobindo - Lo Yoga della Bhagavad Gita -Canto III

Sri Aurobindo ci dice chiaramente che dall'"esterno" è pressochè impossibile distinguere la "qualità" dell'azione, in quanto occorre che " Colui che conosce Dio deve agire nell'intero dominio delle opere umane.
L'azione individuale, l'azione sociale, tutte le opere dell' intelletto, del cuore e del corpo". C'è nel "karma yoga" (che questo è sostanzialmente lo yoga della Gita) un diretto rapporto tra il "praticante" che agisce ed il suo Maestro interiore, che è simboleggiato da Krisna che guida il carro nella battaglia della vita. Esteriromente si vedrà il guerriero all'opera, ma solo lui vedrà chi guida il suo carro, che non è trainato, come per gli altri dagli impazziti cavalli dell'ego ... CIò deve farci andare ancora più cauti nel "giudicare" gli altri e le loro azioni, sia nel "bene" che nel "male" ... (P.Landi)


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niroshama
Membro Medio




144 Messaggi

Inserito il - 27 settembre 2012 : 12:18:14  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
LO SPIRITO CON CUI ACCOSTARSI ALLE ANTICHE SCRITTURE

Può essere utile, quando ci si accosta ad antiche Scritture, quali i Veda, le Upanishad o la Gita, indicare con precisione con quale spirito le si affrontano e ciò che esattamente si pensa di poter ricavarne di valido per l'umanità presente e futura. Affermiamo anzitutto l'esistenza certa della verità, unica ed eterna, che noi cerchiamo; da essa deriva ogni altra verità, e alla sua luce ogni altra verità si situa, si spiega e si inserisce nel piano generale della conoscenza.
Ma proprio per questa ragione, tale verità non può essere racchiusa in una sola formula esclusiva ed è improbabile che la si trovi, nella sua totalità, e con tutto ciò che essa implica, in una sola filosofia o in un solo libro sacro, e che sia espressa tutta intera...e per sempre da un qualsiasi maestro, pensatore, profeta, avatar.
Non abbiamo neppure colto interamente tale verità se la comprensione che ne abbiamo implica l'intollerante esclusione della verità che è alla base di altri sistemi; rifiutiamo infatti con passione solo quello che non siamo in grado di apprezzare e di spiegare.
Inoltre, tale verità, benché una ed eterna, si esprime nel tempo e attraverso lo spirito dell'uomo.
Ogni Scrittura deve quindi comprendere due elementi: uno temporaneo e contingente, in rapporto con le idee dell'epoca e del paese in cui ha avuto origine, l'altro eterno immortale e valido in ogni epoca e in ogni luogo.

Sri Aurobindo - Lo Yoga della Bhagavad Gita

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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 06 ottobre 2012 : 23:13:28  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

La realtà storica è importante nel riconoscere un Avatar?

Quando comprendiamo in tal modo il concetto di Avatàr, ci rendiamo conto di come l'apparenza delle cose abbia una ben secondaria importanza per quanto concerne sia l'insegnamento della Gita, oggetto di questi saggi, sia la vita spirituale in genere. Una controversia del tipo di quella che ha appassionato gli spiriti in Europa, sulla storicità del Cristo, parrebbe del tutto oziosa a un Indù di tendenza spirituale; egli accorderebbe a tale questione un'importanza storica considerevole, ma appena la minima importanza religiosa: che importa infatti, tutto sommato, che un certo Gesù, figlio del falegname Giuseppe, sia realmente nato a Nazaret o a Betlemme, che abbia vissuto, insegnato e sia stato messo a morte sotto un'accusa, fondata o inventata, di sedizione, dal momento che noi possiamo conoscere attraverso l'esperienza spirituale il Cristo interiore, vivere illuminati dalla luce del suo insegnamento e sfuggire al giogo della legge naturale attraverso la riconciliazione dell'uomo con Dio che la crocifissione simbolizza! Se il Cristo, Dio fatto uomo, vive nel nostro essere spirituale, sembra poco importante che un figlio di Maria sia vissuto fisicamente, abbia sofferto e sia morto in Giudea. Analogamente, il Krishna che ci interessa è l'eterna incarnazione del Divino e non l'uomo storico che istruì e condusse gli uomini.

Sri Aurobindo- Saggi sulla Gita


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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tara
Membro




54 Messaggi

Inserito il - 02 novembre 2012 : 18:00:19  Mostra Profilo Invia a tara un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il Beato signore disse:
5. Osserva dunque, o figlio di Prithà, le centinaia, le migliaia di forme divine che rivesto, diverse in natura, forma e colore.

La nota dominante (della visione che si apre davanti ad Arjuna), il significato centrale, è la visione dell'Unico nel Molteplice, del Molteplice nell'Unico - tutti sono l'Uno.(...) L'anima ammessa alla divina conoscenza che abbraccia tutto con un solo sguardo - non mediane una visione parziale, divisa e di conseguenza conturbante e angosciosa - è capace di scoprire un nuovo mondo e "ogni altra cosa voglia vedere", e può, sulla base di questa visione che tutto unisce e unifica, avanzare di rivelazione in rivelazione.

Sri Aurobindo - Lo Yoga della Bhagavad Gita
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ravi
Membro Attivo




200 Messaggi

Inserito il - 07 dicembre 2012 : 17:21:49  Mostra Profilo Invia a ravi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Arjuna disse:
1. Il sublime segreto di ciò che é chiamato il principio del Sé , la Tua bontà me lo ha rivelato; le Tue parole hanno dissipato la mia illusione .

L'illusione che con tanta tenacia possiede i sensi e la mente dell'uomo - l'idea che le cose esistano per virtù propria, indipendente-mente da Dio, o che una cosa sottoposta alla Natura possa muoversi e dirigersi per virtù propria -, questa illusione che era la causa dei dubbi di Arjuna, del suo smarrimento e del suo rifiuto di agire, è dissipata.

Sri Aurobindo- Lo Yoga della Bhagavad Gita
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miraluce
Membro Master



Regione: Emilia Romagna
Città: Bologna


699 Messaggi

Inserito il - 11 dicembre 2013 : 18:29:04  Mostra Profilo  Rispondi Quotando




Lo Yoga della Gita consiste nell'offerta del proprio lavoro come sacrificio al Divino, la conquista del desiderio, azione priva di ego e desiderio, devozione per il Divino, un entrare nella coscienza cosmica, il senso di unità con tutte le creature, unità con il Divino"


Non ascoltare la prudenza del mondo, perché questa è l'ora dell'inatteso.
Sri Aurobindo

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niroshama
Membro Medio




144 Messaggi

Inserito il - 06 febbraio 2014 : 16:24:58  Mostra Profilo  Rispondi Quotando

Lo yogi che ha raggiunto questo Stato sente che non esiste ottenimento
più prezioso e, dimorando in Esso, non è turbato neanche se
fosse colpito da una sciagura.
VI. 22
“Versi appartenenti 3° gruppo”


Per una corretta comprensione dei versi è bene sapere che essi possono appartenere a 3 differenti gruppi: in quelli del primo abbiamo il Supremo Assoluto che descrive Sè Stesso, in quelli del secondo troviamo il Supremo Assoluto che ci indica come poterLo raggiungere, in quelli del terzo invece il Supremo Assoluto spiega come si trasforma un essere umano che Lo ha pienamente Realizzato



magica e dolce Terra dell'India

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merevita
Membro Medio




178 Messaggi

Inserito il - 28 dicembre 2015 : 15:24:54  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
* Norme e regole *

«Abbandona tutti i dharma tutti i principi, tutte le leggi e tutte le regole di condotta, e prendi rifugio in me » [Dalla Bhavagad Gita] -
Norme e regole sono costruzioni temporanee fondate sui bisogni dell'ego durante la sua transizione dalla materia allo Spirito.

Sri Aurobindo – “La sintesi degli Yoga” – Libro 1 – cap. 8 – pag. 187

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