• i pazienti vogliono
  • quello che il dentista non deve fare
  • il nemico dei pazienti
  • i dentisti ignorano

  • dentisti disponibili?


    la sfida dei pazienti


    Autore: Adriana
    Data:   14/03/02

    "Un malato disinformato è un malato prono ai voleri del medico, e che non sa discernere tra ciò che gli viene fatto..
    Occorre fidarsi ciecamente di quanto fa il medico ?
    Non è questa la strada per arrivare ad una salute consapevole, questa è invece la vecchia via, che medici e pazienti stessi non vogliono cambiare, credendo che sia la più sicura.

    Solo attraverso la conoscenza del proprio corpo - e qui la scuola ha le colpe più gravi ...- solo con una cultura della salute si potrà arrivare a un rapporto paritario tra medico e paziente. Non un soggetto e un
    oggetto, dunque, ma due attori, due soggetti, i quali attraverso il dialogo devono arrivare alla scelta giusta.

    Certo il rapporto paritario rischia di mettere definitvamente in crisi la figura del medico, tanto rispettata e onorata in passato: il medico si spoglia del suo camice e a questo punto deve trovare un'alternativa alla sua presunta autorità.
    Deve imparare a essere autorevole non più attraverso il timore che incute in chi è ignorante.

    E' questa la sfida alla quale i medici al momento non sanno dare risposta, cercando anzi di mantenere il più a lungo possibile le cose come stanno.

    In fin dei conti un paziente che non fa domande è un paziente tranquillo, rassegnato, convinto che sia stato fatto il meglio per sé.

    Il paziente ideale invece non deve essere un paziente comodo.
    Deve conoscere come è fatto il proprio organismo... rispettando quanto consigliato dal medico, ma potendo eccepire quando lo ritiene giusto.

    ...Questa è la vera rivoluzione per risollevare le sorti della medicina..."

    Questi concetti sono stati pubblicati da Pietro Dri, giornalista di Tempo Medico sul numero del 1° aprile 1998.
    Gli passai la documentazione relativa all'Appim
    ma non ebbi risposta. Non ancora...Ormai dobbiamo pensarci noi.


    Autore: shakti
    Data:   18/03/02 14:33

    Il paziente che parla viene considerato "problematico" soprattutto se cita i fallimenti nella sua bocca
    E poi ci vuole disponibilità all'ascolto , capacità di sapersi relazionare e..meno catena di montaggio...
    Per accettare che il paziente abbia delle sensazioni e percezioni è necessario che il dentista non abbia rinnegato le proprie e quanto meno sia disposto a lavorare anche sul suo senso propiocettivo
    attraverso la sperimentazione....
    Guardatevi attorno per valutare a che punto siamo...


    Autore: Luciano
    Data:   18/03/02 19:20

    Non sempre è cattiva volontà, servirebbe molto lavoro con l'autoanalisi e moltissimo equilibrio, anche una solida preparazione psicologica non guasterebbe....
    Invece siamo dei dilettanti, chi può e chi vuole sopperisce con la buona volontà, molti dei miei pazienti vengono da me perche altre figure mancano, il medico di famiglia (ora non si chiama più così) spesso , troppo spesso è un estraneo, un burocrate che "segna" farmaci, allora qualche volta rimane il dentista che ascolta se vuole e se è capace, e magari cerca di riequilibrare la mandibola e la mente, e si confronta con pazienti che frequentemente sono stati rimpallatti da mille specialisti che non hanno concluso niente...


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